In cascina, un’area ludico accessibile
Il 27 di febbraio abbiamo accolto nella Cascina Bellaria il giornalista Luca Mattiucci, del Corriere della Sera, insieme ad alcune famiglie e bambini (l’articolo originale lo troverete qui). Ecco le sue parole:
“Aurora ti chiede il microfono. Lo fa come se fosse un gesto naturale. Inizia a raccontarti dove ti trovi poi ti interrompe per chiederti se può essere intervistato anche il suo topino di peluche. Sì, perché Aurora ha cinque anni ma è già grande. E’ cresciuta in fretta, lei. Perché se la strada che ti capita davanti l’hanno disegnata in salita, o ti arrendi o cresci. La sua scalata si fa in carrozzina. E nella risalita ad accompagnarla ci sono la mamma, il papà e il fratellino. E’ un passo condiviso, simile alla marcia della Monza-Resegone: si avanza in squadra, di quelle vere, dove devi fidarti per forza di chi ti precede e di chi ti segue perché all’altro sei legato a doppia corda, di quelle che non vuoi spezzare.
La Resegone, però, si corre al buio. Qui si va a fari spianati fatti ad amore e speranza. Ci si sveglia al mattino con il sorriso e si va avanti assieme con tutte le difficoltà del caso, quelle che ti piovono addosso quando un medico anni fa guardandoti dritto negli occhi ha sentenziato una diagnosi di SMA.
Aurora ti restituisce il microfono, fa una giravolta e torna a giocare tra i suoi amichetti. Qui nel parco giochi di Cascina Bellaria ci si diverte sul serio. E’ un po’ come una sosta lungo quella salita, una sosta per loro e per chi è con loro.
Immaginate un parco dove il percorso del ponticello permette di far passare una carrozzina. Immaginate un’altalena che ti permette di poterti dondolare senza scendere dalle tue gambe fatte a ruote. Staccarsi dalla gravità, un po’ come volare. Cambiare il movimento, prospettiva di libertà, di gioco.
Immaginate un tavolo, di quelli da lavoro per bambini. Dove c’è su la storia della principessa farfallina. La potete leggere, la potranno leggere i vostri figli. La potranno leggere anche se sono non-vedenti perché accanto al testo se ne dipinge un altro fatto a Braille. Magari può diventare lo spunto per raccontare ai vostri figli che esiste anche un altro linguaggio per raccontare il mondo.
Quest’oasi si trova lungo la via che porta ad Expo, verso il futuro. Un luogo felice che sta dentro un’associazione di volontariato, l’ATHLA Onlus, che ha saputo intessere una rete vera anno dopo anno. Circa dieci ce ne son voluti per tirar su una struttura – dalle cucine al parco fino alle camere per gli ospiti – capace di essere accessibile sul serio.
Dieci. Perché qui in Italia l’accessibilità passa per la solidarietà, lo spirito di pochi e il contributo di molti. Tra poco al parco giochi, che dispensa sorrisi da 4 anni, si aggiungerà anche un orto didattico e accessibile. Al posto di qualche erbaccia si darà spazio ai sogni fatti di manine laboriose.
Se vi capita di essere da quelle parti provate a bussare. Gettate uno sguardo dentro il cortile. E’ una casa gialla con all’ingresso un albero fatto di legno inciso dove si raccontano i nomi di tutti quelli che hanno contribuito a dare forma a un piccolo sogno.
Appena passato il cancello, però, fate attenzione. Magari non ve ne accorgerete neppure, ma c’è una piccola discesa. Qui le salite si lasciano fuori.”
@lucamattiucci